AL MIO, NEL MIO



Oggi ho capito che
non basta chiudersi,
tanto vieni travolta.
Fa meno male.

Abituata alla tempesta,
con i detriti di ciò che è stato
ciò che è
e non può essere.
Caduta in piedi,
classico,
il mio.
Costruisco barriere,
ancora.

Ancora ancorata ad un'idea,
seppur piccola
che tu possa comprendere,
che il mondo possa comprendere.
Il mondo,
non il mio.

Resto nel mio, io.
Al mio posto,
dentro e fuori
dal resto.
Non resto più,
non corro più,
non posso farlo.

Tu vivi in ciò che è tuo,
ed io?
Da quando ci sei tu,
non so più qual è il mio.
Da quando ci sei tu,
non sono io,
lo sono mai stata fino ad ora?
Sapessi rispondere.

Cinque linee per quattro spazi.
Il tuo pentagramma di note
perfette,
il mio ancora vuoto.

Scordata,
con il tempo
di me.
Di ciò che sono,
che potrei essere,
che vorrei.

Con dei semplici pallini neri,
tu
hai riempito i miei infiniti
vuoti.
Senza pause,
tamburo battente;
costante.

Costante di gravità
che mi tiene
a terra,
al tappeto.

Al mio posto, nel mio mondo.

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