QUASI MAI


È una settimana che ci penso, sai.
Mi rendo conto che potrei essere quel tipo di ragazza anomala.
Quella che a San.Valentino non vuole fiori e cioccolatini.
Come se questa fosse una giustificazione per non fare dei gesti carini.
Difficile da tenere,
da tenerci.

'Ti amo'.
Parole vuote ormai.
Hanno davvero un significato per te?
Dimostralo.
Cos'è un significato se non è seguito da una dimostrazione?

Silenzio.

Fino a qualche giorno fa,
mi mancavano le parole.
Quelle vere per scrivere queste righe.
Se ti scrivo questo è perché penso di essere arrivata al limite.
Ho fatto affidamento a ciò che è stato ed ora
non è più o non riesce ad esserlo.

Ridere,
non ci capita più di ridere o non come prima.

Scherzare,
se non si fa autoironia, non è scherzare.
Autoironia squallida e per la maggior parte del tempo, anche poco consona.

Cene,
che cazzo!
Non mi servono ristoranti gourmet.
Devi ancora capirlo.
Una pizza, una birra, gli scogli e la luce soffusa di un lampione.
Circondata dal mare,
non dal mare di gente.
Questo basta.

È come se volessi costringerti ad essere quello che non sei,
soprattutto con me.
Cerchi sempre di fare il passo più lungo della gamba, ma più il passo è lungo,
più ti allontani da me,
da quello che eri,
da quello che mi ha fatta innamorare.

Si cresce,
mi dici che sono diventata cinica.
Ma la tua leggerezza e spensieratezza per le piccole cose, dov'è?
Una montatura nuova per vedere meglio, ma non per vederci giusto.
Per vederti grande, quando le piccole cose non hai voglia di vederle.
Te ne rendi conto sempre tardi, quando sono più grandi di te.

Pensa a quello che ci siamo detti,
a quello che è successo,
a quello che hai promesso.

Promesse.
Altre parole vuote.
Cos'hai mantenuto?
Cos'è una promessa se almeno non ci provi
a mantenerla.

Nulla.
Lo sai anche tu.
Così diversi,
sempre saputo.
Sentimenti sovrastati dall'abitudine.

Come se queste mie parole fossero più vuote delle tue.
Hanno senso?

Quasi non ci capisco più niente.
Quasi mai.

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