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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

LANCETTE

Dovrei essere brava con le parole, quelle scritte forse, quelle dette un po' meno. Non sono per niente brava, prolissa dicono. Troppe subordinate e pochi concetti chiave che sono la chiave di tutto. Io non so stare così, io non ci sto. È che sono brava a costruire fortezze, ma non so essere forte. Forte come protezione o forte come un toro che vede rosso. Rosso, passione, fervore, calore, bruci e brucio. Io nel mio e tu nel tuo, fino ad oggi. Oggi è definito, scandito dall'orologio digitale del tuo display azzurro. Il tempo è così strano, definito e indefinibile. Un po' come te, più come me. Due lancette che s'incontrano alla mezzanotte, perché la notte siamo noi.

TERRA DI GUERRA

Che quando arrivi all'apice non hai alternative. Non si inizia una mai una frase con 'che', ma se qualcosa non ha motivo di esistere, non esistono più regole grammaticali. Che parlare non serve più, non servono parole per chi non può comprenderle. Non parlo del significato, ma del significante. Che ad arrabbiarmi ormai faccio fatica. Fatico anche a guardare il tuo sorriso sinceramente beffardo mentre io sono nella terra di guerra. Terra di ossa, terra di elmi buttati per la resa, terra di mura spoglie e fumanti, terra di fuoco ardente, terra di rabbia senza volere pace. Che io non sono fatta per la gente. Non lo sono mai stata, mai per tutti forse nessuno. Tu che mi hai disarmata e il tutto l'hai usato contro di me. Dopo che io, io cazzo, ho messo me come tuo scudo. Scudo lasciato sulla terra, l'arresa, la bandiera bianca la mia. Perché con te, per te, io non combatto più.

QUELLA SERA

Quanto ti ho odiato stasera, mare. Tu che hai raccolto infinite gocce di pioggia, stasera hai rifiutato le sue. Quanto ti ho odiato stasera, luna. Tu che ci sei sempre stata, anche se a quarti, oggi non eri lì con lui a rischiarare l'orizzonte tetro. Quanto vi ho odiate stelle, lì in alto ad ammirare il suo rumoroso silenzio e le mie strane parole. Una di voi è caduta, tempismo perfetto come il mio. Quanto ti ho odiato tempo, non stasera, da sempre. I momenti più belli me li rubi sempre, quelli più brutti te li godi tutti. Però non ti odio a tal punto. Tu che scorri inesorabile e tutto trasformi. Distruggi e poi ricrei. Vorrei sapere perché. Perché togli e restituisci nel modo sbagliato. Sbagliato per noi che non possiamo comandare niente, mai. Né le azioni, tanto meno i sentimenti. Regali attimi magici e letali. Quanto ti ho odiato stasera, più delle altre sere. Tu che hai tolto lo scudo e l'armatura, tu che hai reso il ghiacc...